(…) e il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi. (Gv. 1, 1-18)
La forza del sentimento religioso, il bisogno di rivolgersi ad altro da sé, che l’uomo chiama da sempre “Dio”, è una presenza che accompagna nella storia e che continua ad affascinare, ad interrogare, a scuotere; finanche a stupire. Le grandi religioni monoteiste rispondono a questo bisogno: Dio si manifesta, si pone nella vita dell’uomo, al centro. Nella trasposizione della scrittura evangelica la tenda è il luogo della presenza divina; la tenda che, come luogo in cui dimorare, è per noi simbolo di precarietà, di mobilità, di incertezza, diviene dimora della rivelazione. Una tenda, non un luogo fisso, ma qualcosa che accompagna; ovunque si decida di andare Dio sta con te! Ad ognuno dunque decidere se considerare o meno questa presenza, se lasciarsi accompagnare e rinnovare nel quotidiano; se farsi abitare dalla parola che ascolta, interroga e rinnova; oppure se, come i pastori di Savoldo, rimanere alla finestra, ad osservare, incerti, in attesa di qualcosa o di qualcuno.
A tutti l’augurio di serene giornate.
Il Dirigente Scolastico